domenica 7 giugno 2020

PSICOLOGIA

L'INFLUENZA SOCIALE, LA "BANALITA' DEL MALE" E IL COMPORTAMENTO MALVAGIO

CONFORMISMO E CONSENSO SOCIALE NELLA TEORIA DI ASCH
La psicologia sociale si è occupata dell'influenza sociale, ossia l'influenza che una maggioranza esercita nei confronti di un individuo. Numerosi studi e ricerche hanno analizzato il fenomeno del conformismo e della sottomissione all'autorità.
Lo psicologo Solomon Asch fece degli esperimenti sul conformismo, ossia sulla tendenza dell'essere umano a uniformarsi alle opinioni comuni. Il suo scopo era quello di studiare quanto l'influenza sociale incidesse sul conformismo e se il conformismo e il consenso sociale fossero influenzati da fattori razionali.

ESPERIMENTO sul CONFORMISMO: in un gruppo di 8 studenti, 7 erano complici di Asch. Egli ha sottoposto un quesito al quale la maggioranza ha fornito una risposta errata. L'ultimo studente, ossia il soggetto sperimentale, si trovava così in una situazione scomoda: andare contro la maggioranza e fornire la risposta esatta oppure adeguarsi alla maggioranza.
Dall'esperimento è emerso che per un senso di disagio e di ansia, le persone soggette all'esperimento si sono adeguate alle risposte della maggioranza seppur errate. Asch sostiene che il soggetto del suo esperimento si trovava in un conflitto acuto fra l'evidenza percettiva e il consenso della maggioranza. Egli ha individuato dei fattori che incidono sul grado di conformità al gruppo:
- la dimensione del gruppo;
- l'interazione futura;
- l'ambiguità dello stimolo;
- l'attrazione verso il gruppo
Il conformismo delle opinioni è determinato dall'informazione e dalle norme e vi sono dei fattori che lo incentivano come il rinforzo, lo status sociale e la rottura dell'unanimità. In uno status medio si ha un'alta tendenza al conformismo; in uno status basso si sentono di avere maggiore libertà di scelta; in uno status alto si è consapevoli di poter avere opinioni divergenti o controcorrente rispetto alla maggioranza. Inoltre il conformismo è strettamente legato all'autostima e all'autoefficacia in quanto si ha tendenza ai bisogni psicologici di approvazione e sicurezza.

LA BANALITÀ DEL MALE NELLA TEORIA DI MILGRAM
Nel 1961-62 si svolse il processo ad Adolf Eichmann, accusato di crimini contro il popolo ebraico, contro  l'umanità e crimini di guerra sotto il regime nazista. La filosofa Hanna Arendt scrive un testo intitolato "La banalità del male" avendo seguito il dibattito di Eichmann. 
Milgram avvia nello stesso anno degli esperimenti sull'obbedienza all'autorità convinto che essi possano aiutare a comprendere i meccanismi psicologici dei comportamenti dei criminali nazisti. Egli sostiene che una persona commette azioni crudeli spinta dall'influenza del contesto sociale. 
ESPERIMENTO sull'OBBEDIENZA: all'Università di Yale Milgram recluta dei volontari che vengono mescolati a dei collaboratori di Milgram. I volontari rivestiranno il ruolo di insegnante e i collaboratori quello di allievi. Gli allievi devono imparare a memoria delle determinate cose e quando sbagliano vengono colpiti da una scossa elettrica da parte dell'insegnante. Milgram vuole capire fino a quando i soggetti portano avanti l'esperimento e circa il 65% lo porta avanti.
Milgram afferma che ci siano dei fattori dell'obbedienza all'autorità:
- la buona educazione;
- l'impegno a mantenere la promessa di collaborazione con lo sperimentatore;
- la vergogna di tirarsi indietro. 
Il soggetto mette in atto dei meccanismi di adattamento, come il concentrarsi sugli spetti tecnici dell'attività distogliendo l'attenzione dalle conseguenze finali dell'azione. Inoltre il soggetto tende a delegare all'autorità la responsabilità delle loro azioni. Si tende inoltre a dimostrare le perplessità o il dissenso solo attraverso la voce e non si riesce a tradurre in azioni.

L'INFLUENZA DEL CONTESTO SUL COMPORTAMENTO MALVAGIO NELLA TEORIA DI ZIMBARDO
Philip Zimbardo fece degli esperimenti sulla prigione simulata e afferma che è la situazione a influenzare il comportamento dei soggetti.

ESPERIMENTO sulla FINTA PRIGIONE: nell'Università di Stanford ricostruisce un'ambiente carcerario e recluta 24 maschi che per 15 dollari al giorni dovranno interpretare il ruolo di guardie o carcerati. Vengono distribuiti gli appositi oggetti e vestiti e vigono delle regole. Già al secondo giorno i prigionieri si ribellano e le guardie li puniscono. Al quinto giorno l'esperimento viene sospeso perché gli effetti sui prigionieri sono pesanti. 
Zimbardo afferma che avviene un processo secondo il quale l'individuo si spoglia della su identità e segue delle norme situazionali e, in questo caso, dando sfogo a impulsi lipidici e aggressivi. I comportamenti legati a questi impulsi sono favoriti dal processo della deumanizzazione, secondo il quale si considerano alcun individui non appartenenti alla sfera umana. 
Altri studiosi affermano che si tratti invece dell'acquisizione di una nuova identità sociale dove agisce il conformismo al gruppo.

LE SPIEGAZIONI PSICOLOGICHE DELLA SHOAH E DEL TOTALITARISMO
Il sociologo Zygmunt Bauman riprende l’esperimento sull’obbedienza all’autorità e sposta l’attenzione sulla situazione, ossia sulle forze che portano gli individui in una data situazione ad agire in un determinato modo.
Della Shoah si vuole analizzare l’elemento dell’esclusione sociale: gli ebrei furono emarginati socialmente e uccisi. L’obbiettivo era quello di svolgere bene il proprio compito, obbedendo all’autorità alla quale si attribuiva la responsabilità.

Wilhelm Reich si concentra sull’analisi delle motivazioni che hanno portato le masse a piegarsi all’ideologia dominante. Ciò si ottenne tramite un educazione predisposta all’obbedienza, all’autorità, alla sottomissione, alla rinuncia alla critica. Il bambino fin da piccolo viene sottoposto alla repressione sessuale e sociale che creano individui passivi, sottomessi e acritici.
Erich Fromm pubblica un opera in cui sottolinea il ruolo della famiglia come veicolo dell’autorità sociale. Secondo Fromm alla base del consenso al totalitarismo, sta una formazione psicologica, ossia un carattere autoritario, caratterizzata da componenti sadomasochiste. Le tendenze masochiste si manifestano a causa dell’inferiorità e impotenza e atti a sminuirsi o sottomettersi. Il sadismo si esprime in 3 atteggiamenti:
  1. rendere gli altri dipendenti da noi
  2. dominare gli altri per sfruttarli
  3. desiderare di far soffrire
Il carattere autoritario è tipico della classe media inferiore della Germania. I soggetti ammirano l’autorità e obbediscono, ma allo stesso tempo vogliono essere autoritari e sottomettere.
Theodor Adorno pubblicò un’opera in cui sono contenuti i risultati di un’indagine che aveva lo scopo di comprendere i motivi per cui le masse fossero disponibili a sottomettersi a un’autorità. Egli individua nella personalità autoritaria le caratteristiche che predispongono al pregiudizio. 
Il filosofo Giorgio Agamennone interpreta il potere di governo come un esercizio di dominio e di controllo sugli individui. Nei campi di sterminio i deportati erano nude vite in quanto soggetti singoli esclusi dalla comunità, sui quali era possibile esercitare controllo. Nella teoria di Agamben gli individui erano senza diritti politici e possessori solo della propria vita. 

ANTROPOLOGIA

RELAZIONI E TERMINI DI PARENTELA 

CONSANGUINEITÀ E AFFINITÀ

La parentela è l'insieme delle relazioni che legano li individui tra loro o sulla base della discendenza comune o per via matrimoniale. Per discendenza comune si intende la consanguineità. Due individui vengono considerati parenti  non solo quando sono consanguinei, ma anche quando vi è un matrimonio degli individui stessi o di un loro consanguineo. Essi sono definiti parenti affini. Esistono però diverse idee sulla parentela che variano da una cultura all’altra in relazione al concepimento, la formazione e la crescita. La concezione della parentela comprende anche una quantità di regole che coinvolgono gli individui e i gruppi a cui appartengono. Un’ulteriore aspetto importante della parentela elia religione: spesso i matrimoni sono celebrati contemporaneamente a riti religiosi. I bambini quando nascono sono sottoposti a rituali religiosi che ne dichiarano l’appartenenza a una comunità di fedeli. 


DIAGRAMMI DI PARENTELA
Per descrivere le relazioni di parentela venivo o utilizzati i diagrammi: disegni fatti di simboli che mostrano le relazioni di Ego (io) con i suoi parenti consanguinei e affini. Per evitare problemi di traduzione, gli antropologi hanno introdotto delle lettere che svolgono la funzione di sigle e descrivono la relazione che lega tra loro gli individui presenti nei diagrammi. 


LA DISCENDENZA 
La discendenza è il criterio per stabilire la consanguineità e si divide in due modi: la discendenza patrilineare e quella matrilineare. Quella patrilineare è stabilita attraverso gli individui di sesso maschile, mentre quella matrilineare di sesso femminile. Quando la discendenza è rigidamente stabilità si parla di gruppi di discendenza. I membri di questi gruppi godono degli stessi diritti e doveri. Bisogna sempre tenere conto però delle differenze di genere, di età, di risorse e di autorità. 
Esistono però altri criteri di discendenza:
  • per libera scelta;
  • società bilaterali: si mantengono gli stessi rapporti tanto con la famiglia del padre quanto con quella della madre.
Un fattore importante collegato alla parentela è la residenza e i modelli di residenza variano nelle società. I modelli più insoliti di residenza sono:

  • la residenza natolocale: prevede che marito e moglie dopo il matrimonio continuino a vivere con la famiglia d’origine;
  • la residenza avuncolocale: prevede che una coppia vada a stabilirsi vicino alla residenza del fratello della madre dello sposo.

LE TERMINOLOGIE DI PARENTELA
Un aspetto importante della parentela sono le diverse modalità dei nomi dati ai parenti. 
Lewis Morgan notò che negli irochesi a ogni termine con chi un individuo designava in proprio parente ne corrispondeva un altro usato da quest’ultimo per designare il primo (chiamare padre il fratello del padre e madre la sorella della madre). Per questo motivo si parla di sistemi di parentela. Morgan riuscì anche a dimostrare che sistemi tra loro diversi, possono convivere in regioni geograficamente vicine, mentre sistemi tra loro simili possono essere rintracciati in località lontane tra loro.

AFFINITÀ E MATRIMONIO
La nascita di un legame tra due persone che non hanno un legame di consanguineità, avviene attraverso il matrimonio, che può essere monogamico, poliginico e poliandrico. 
L'incesto è l'unione tra consanguinei e nella storia era consentito solo ai nobili: lo scopo dell'unione era quello di preservare la nobiltà del sangue familiare.
La proibizione dell'incesto è quella regola che tutti i gruppi umani si sono imposti per poter mandare avanti la società e creare connessioni extrafamiliari, quindi più vaste. Infatti lo scambio matrimoniale tra diversi gruppi, permette di superare il problema della mancanza di partner sessuali.
Il matrimonio è una forma di unione socialmente riconosciuta, tramite la quale un individuo, si lega ad un altro, e con essi anche i loro gruppi familiari. È infatti grazie al matrimonio che la riproduzione viene regolata, e che un individuo viene assegnato ad una famiglia; per questo i nati al di fuori del matrimonio vengono definiti illegittimi, e in molte realtà vengono emarginati, oppure dati in adozione.

Questo aspetto del matrimonio, quello di controllo della fertilità femminile, appare più chiaro con il levirato, ovvero quel costume in base al quale la moglie di un defunto va in sposa al fratello di quest'ultimo, che diventa tutore della moglie e della sua famiglia.
Inoltre, esiste anche la pratica del sororato, che indica il costume di dare in moglie, ad un uomo rimasto vedovo, la sorella della donna defunta, con lo scopo di rimpiazzare le facoltà riproduttive della donna scomparsa a vantaggio del gruppo del marito.
Oltre alla società patriarcali, esistono anche le società matriarcali, in cui sono le donne ad avere il potere familiare. Uno dei sostenitori maggiori di questa posizione fu Johann Jakob Bachofen, un antropologo svizzero, ipotizzando l'avvento tardo nella storia dell'umanità, del patriarcato e della società patrilineare rispetto al matriarcato e alla società matrilineari.
Il termine matriarcale non deve essere però sovrapposto al termine matrilineare, perché anche nelle società matrilineari sono gli uomini che tendenzialmente detengono l'autorità, sebbene le donne siano tutelate.
Vengono chiamate società matrifocali, quelle società nelle quali le figure maschili tendono a essere marginali alla conduzione del patrimonio familiare. In questi contesti gli uomini sono praticamente assenti perché cacciano, commerciano o viaggiano: per questo la cura dei figli, il loro mantenimento e la loro educazione sono assegnati alle madri.

SOCIOLOGIA

LA SOCIALIZZAZIONE 

LA TRASMISSIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE 
Il mondo con cui ogni essere umano viene a contatto non presenta solo determinate caratteristiche fisiche (collocazione del luogo), ma anche e soprattutto caratteristiche di tipo sociale, poiché è un mondo fatto di relazioni sociali già esistenti e già strutturate in un certo modo. La società, infatti, è un insieme variegato e complesso di norme, ruoli e aspettative sociali, posizioni differenziate e strutturate in maniera gerarchica. Per inserirsi all'interno di essa l'individuo deve apprenderne le regole e ciò ha un risvolto anche dal punto di vista della collettività, infatti esistono delle regole, conoscenze, norme e abilità sociali di base comuni a tutti gli individui.
L'individuo diviene parte della società tramite il processo di socializzazione, ovvero un processo che coinvolge ogni momento dell'esistenza di tutti i membri della società. Per "socializzazione" però non s'intende l'atto di interesse nelle relazioni con altre persone, ma il processo con cui si acquista padronanza dei modelli di comportamento e della geografia delle posizioni sociali di una data società. Se la socializzazione è un processo tipico di tutte le società, i contenuti variano da cultura a cultura, perchè riguardano i valori, le norme, i linguaggi le abilità e le conoscenze che sono storicamente determinate e che caratterizzano ogni cultura differenziandola dalle altre.

I MECCANISMI DELLA SOCIALIZZAZIONE
Alla base del processo di socializzazione vi è un intreccio di influenze genetiche e ambientali, per questo si possono distinguere due meccanismi principali:
-meccanismi biologici: predisposizioni innate ad apprendere (intelligenza, linguaggio); questi devono essere affiancati dall'interazione con altri individui;
-meccanismi culturali: ciò che viene appreso attraverso l'interazione con altri (ricompense, punizioni).

LA FORMAZIONE DELL' IDENTITÀ' PERSONALE 
I processi di socializzazione mettono l'individuo in grado di interagire con gli altri, quindi lo portano alla formazione di un' identità sociale, la quale è strettamente collegata alla formazione dell'identità personale, che diviene uno degli scopi primari della socializzazione. Uno dei più noti esponenti della scuola di Chicago, George Herbert Mead, evidenziò le principali fasi del processo di strutturazione dell'identità personale, basandosi sull'evoluzione delle forme di gioco nei bambini. Queste fasi sono:
-imitazione del comportamento dell'altro;
-gioco libero ovvero privo di regole;
-altri significativi ovvero le persone con cui il bambino ha interazioni frequenti:
-gioco organizzato ovvero un gioco strutturato secondo regole precise.
Tramite queste fasi, il bambino interiorizza le norme, le regole e le aspettative della sua società, e tramite l'interiorizzazione porta a compimento la prima strutturazione della propria identità
personale.

LA SOCIALIZZAZIONE PRIMARIA E QUELLA SECONDARIA  
Non tutte le forme di socializzazione sono equivalenti, infatti si distinguono la socializzazione primaria e quella secondaria. La socializzazione primaria considera l'insieme dei processi socializzanti che producono l'acquisizione delle competenze sociali di base, mentre invece quella secondaria riguarda le competenze sociali specifiche ovvero ruoli e posizioni sociali.
Per identificare i ruoli e le aspettative sociali legate al genere sessuale, si usa il concetto di socializzazione di genere. In ogni società infatti i bambini vengono socializzati a quei comportamenti e ruoli sociali che nella visione collettiva sono ritenuti adatti agli individui del suo sesso.

giovedì 4 giugno 2020

LABORATORIO SUL TESTO: PSICOLOGIA

p.269
PSICOLOGIA DELLE FOLLE 
Gustav Le Bon 
  1. Secondo Le Bon un individuo quando è parte di una folla compie azioni che non commetterebbe da solo;
  2. Le tre cause che animano il comportamento della folla sono invincibilità, contagio, suggestione;
  3. La folla agisce sulla base di forze ipnotiche.

mercoledì 3 giugno 2020

LABORATORIO SUL TESTO: PEDAGOGIA

p.271
IL RAGAZZO SELVAGGIO DELL'AVEYRON
Jean-Marie-Gaspard Itard

1. Dall'isolamento in cui è vissuto.
2. La mentalità dell'uomo dipende dall'esperienza e dall'educazione, non è una caratteristica fisica innata. 
3. Jean-Jaques Rousseau.
4. Victor non riesce a parlare nè a produrre correttamente i suoni a causa dell'isolamento. 
5. Il medico francese afferma che la medicina moderna può dare un potente contributo al perfezionamento della specie umana.
6. Egli ha compreso che Victor è dotato del libero esercizio di tutti i sensi, è in grado di distinguere confrontare, giudicare e può applicare le facoltà del suo intelletto ad oggetti concernenti la sua istruzione.
7. Con buon selvaggio s'intende un mito basato sulla convinzione che l'uomo in origine fosse un "animale" buono e pacifico e che solo successivamente, corrotto dalla società e dal progresso, diventasse malvagio. Questa idea venne incoraggiata dalla scoperta dei popoli indigeni d'oltremare e suscitava critiche riguardanti la società e i vantaggi che con essa l'uomo ha ottenuto, poichè hanno in realtà allontanato l'uomo dallo stato naturale. 

giovedì 21 maggio 2020

DOMANDE ANTROPOLOGIA

1. I matrimoni ordinariamente riconosciti sono: monogamico, poliginico, poliandrico.
2. Secondo Levi-Strauss, la proibizione dell’incesto sarebbe la regola che fonda la cultura.
3. Lo scopo principale è quello di stabilire i doveri e i diritti tra i membri di una coppia, quelli della coppia nei confronti dei figli e viceversa, l’educazione della prole e la sua destinazione, cioè l’appartenenza dei figli al gruppo della madre o del padre.
4. Nel matriarcato è il regime nel quale il potere è affidato alle donne; nella società matrilineare le donne il centro della vita famigliare e non è un matriarcato; nella società matrifocale le donne sono le figure principali della vita famigliare a causa dell’assenza dell’uomo e non è un matriarcato.

mercoledì 20 maggio 2020

DOMANDE PSICOLOGIA

1. Diminuisce la consapevolezza di se, si riduce il senso di responsabilità, si da libero sfogo agli impulsi libici e a quelli aggressivi, si considera una certa categoria di individui come non appartenenti alla sfera umana.
2. Zygmunt Bauman riprende l’esperimento sull’obbedienza all’autorità e sposta l’attenzione sulla situazione, ossia sulle forze che portano gli individui in una data situazione ad agire in un determinato modo. Della Shoah si vuole analizzare l’elemento dell’esclusione sociale.
3. Wilhelm Reich si concentra sull’analisi delle motivazioni che hanno portato le masse a piegarsi all’ideologia dominante. Ciò si ottenne tramite un educazione predisposta all’obbedienza, all’autorità, alla sottomissione, alla rinuncia alla critica. Erich Fromm  sottolinea il ruolo della famiglia come veicolo dell’autorità sociale.
4.Nei campi di sterminio i deportati erano nude vite in quanto soggetti singoli esclusi dalla comunità, sui quali era possibile esercitare controllo. Nella teoria di Agamben gli individui erano senza diritti politici e possessori solo della propria vita.

PSICOLOGIA

L'INFLUENZA SOCIALE, LA "BANALITA' DEL MALE" E IL COMPORTAMENTO MALVAGIO CONFORMISMO E CONSENSO SOCIALE NELLA TEORIA DI ...