LE SCUOLE PER IL POPOLO
LE SCUOLE DI DOTTRINA CRISTIANA
La prima scuola popolare gratuita fu fondata a Milano, da un prete comasco,
Castellino da Castello ed era basata sulla dottrina cristiana: la formazione catechista era associata all'apprendimento della lettura e della scrittura. I docenti erano il priore, assieme a tre sottopriori, che insegnavano a leggere, scrivere e a mantenere il silenzio. La scuola, a Milano, si teneva nei giorni festivi durante il pomeriggio, e venivano insegnate le preghiere e le buone maniere.
Queste scuole di dottrina cristiana si diffusero molto nel nord Italia, mentre nel resto della penisola prevalse il modello romano, basato prevalentemente sul catechismo rispetto che sulla scrittura e lettura.
GIUSEPPE CALASANZIO E LE SCUOLE PIE
Le
scuole Pie, organizzate dai padri scolopi, presentavano un modello più scolastico rispetto all'esperienza milanese; il percorso era infatti scandito in due livelli di quattro anni ciascuno. Ogni classe aveva un maestro unico e le classi arrivavano ad avere fino a 60/70 alunni, ma erano suddivise in:
-coloro che imparavano a
leggere in lingua volgare;
-coloro che imparavano a
scrivere in lingua volgare;
-coloro che imparavano la
matematica.
Venivano insegnate anche le buone maniere e molto importante era il catechismo.
L'OPERA DI SILVIO ANTONIANO
Silvio Antoniano aveva una concezione del bambino, e dell'uomo in generale, prevalentemente negativa, per cui il bambino poteva essere educato ricorrendo a metodi severi. I bambini erano assimilati a piccoli adulti poiché egli era convinto che per crescerli correttamente, essi dovessero apprendere delle
pratiche di vita da adulti.
Egli riteneva inoltre necessaria un'educazione differenziata secondo il genere: alle
ragazze infatti occorreva insegnare meno e questo fece si che ci fu sempre una visione subalterna della donna, considerata debole per natura, intellettualmente inferiore all'uomo e incline al peccato, tornò quindi l'immagine di donna come creatura tentatrice.
LE SUORE ORSOLINE
Angela Merici si dedicò all'
istruzione e all'educazione delle fanciulle, e proponeva un modello pedagogico amorevole, in cui era sottolineato il richiamo alla dolcezza.
Molto alto era il numero delle monache (di clausura principalmente),
poiché le famiglie, per conservare il patrimonio, sceglievano di far sposare una o due figlie, monacando le altre. Nei monasteri, prevaleva ovviamente l'educazione religiosa.
Più libere erano le ragazze povere, che però disponevano di una bassissima opportunità di educazione. Fu così che vennero fondate le prime
scuole gratuite femminili, all'inizio del XVIII secolo, dove venivano insegnati la lettura, il catechismo e i lavori femminili. Le fanciulle erano abituate a tenere un contegno modesto, tenere gli occhi bassi, osservare il silenzio, camminare in modo composto e non lamentarsi. Nel 1687,
Fenelon, sostenne che era giusto impartire alle ragazze un'istruzione più ampia.
"SENTIMENTO DEL'INFANZIA" E DISCIPLINAMENTO SOCIALE
Fino ad ora, la scuola recuperò i contenuti classici, vi era una concezione alquanto negativa dell'infanzia, e la realtà femminile rimase per molto subalterna.
Grazie però ad una nuova considerazione del bambino come soggetto dotato di significato proprio, vi fu una
nuova attenzione e sollecitudine verso l'infanzia che diede vita ad una sensibilità inedita. Questo sentimento non agisce solamente all'interno delle famiglie, bensì anche nell'educazione: si strutturarono delle regole ben precise e delle nuove istituzioni, in modo generalizzato.
Il bambino divenne così oggetto di un'azione mirata che portò ad una duplice conseguenza:
-l'approccio alla crescita infantile era caratterizzato da
regole ben precise e collaudate;
-l'
infanzia iniziò ad essere concepita come un'
età da amare, curare, valorizzare e non solo da reprimere.
Tra il XVII e XVIII secolo la famiglia iniziò a divenire il soggetto educativo per eccellenza, che venne però affiancata dalle
"piccole scuole" che prevedevano un diverso itinerario educativo e scolastico per ciascuna tipologia di famiglia, e che nacquero per il bisogno degli
adulti analfabeti di imparare almeno a leggere. La principale novità fu la nascita delle scuole elementari, destinate a coloro che non potevano conseguire un titolo di studio. La frequenza era flessibile e collegata al calendario agricolo, l'apprendimento spesso si fermava al primo stadio: la lettura.
JEAN-BAPTISTE DE LA SALLE E LA CONDUIT DES ECOLES CHRETIENNES
Nella pedagogia di de la Salle venivano distinti due aspetti: la
motivazione religiosa e la competenza didattica. Le sue "piccole scuole" seguivano pochi principi: la
gradualità dell'apprendimento, l'
educazione morale e l'accurata
formazione dei maestri. Tale educazione fu accuratamente presentata nella
conduite des ecoles chretiennes, documento di notevole importanza paragonabile alla
ratio studiorum. In esso nulla era affidato al caso: i
locali dovevano essere disposti in modo da non essere disturbati da rumori, le
aule dovevano essere ben areate e i
banchi dovevano essere disposti in modo razionale. L'
orario era ben assortito e strutturato e l'insegnamento era simultaneo (rivolto a tutta la classe). Era fondamentale la regola del
silenzio e l'obbiettivo era di far acquisire il
rispetto per i principi morali e religiosi.