RIFORMA PROTESTANTE E RIFORMA CATTOLICA
Nella prima metà del cinquecento l’Europa fu percorsa da
numerosi fermenti che puntavano a riforma cattolica, iniziò ben prima dello
scisma di Lutero. Occorreva combattere l’ignoranza religiosa, il male morale e
l’incertezza dottrinale.
moralizzare la cristianità. Il movimento di riforma all'interno della chiesa, la
Nel 1545 quando fu convocato il Concilio di Trento la
spaccatura interna alla cristianità si era ormai consumata. Il Concilio si concluse
con l’approvazione di una serie di decreti dogmatici e disciplinari, che
riaffermarono le verità della fede cattolica, ristabilendo la saldezza della
dottrina. Il Concilio di Trento affermò che la sola fede non salva l’essere
umano ma occorrono anche le opere. E’ quindi necessario operare bene nel mondo:
l’essere umano coopera quindi alla Grazia (amore gratuito di Dio).
Durante i decenni della riforma cattolica sorsero nuovi
ordini religiosi, orientati principalmente all'educazione. Una delle comunità
che fu quasi simbolo della chiesa fu la Compagnia di Gesù fondata da Ignazio di
Loyola. Lo scopo iniziale era quello di un opera di cattolicizzazione del
mondo. Le caratteristiche principali dei gesuiti erano la mobilità e la
profonda cultura.
LA RATIO STUDIORUM
I gesuiti si interrogarono su quale programma scolastico
fosse migliore e per stabilirlo avviarono una serie di sperimentazioni. Nel
1599, dopo cinquantanni di prove continue, giunsero a codificare nella Ratio
Studiorum il loro modello definitivo di studi. La Ratio Studiorum potrebbe
essere paragonata ad una legge scolastica che disciplinava i collegi gesuitici dotandoli
di un piano di studi e di regole identici in ogni luogo. Il collegio era una
scuola transnazionale e la lingua unica era il latino, parlato da studenti e
professori. La Ratio Studiorum era un ampio documento in trenta capitoli, che
definiva le regole che dovevano seguire i superiori, i professori e gli alunni, nonché gli orari, i programmi la
didattica e le norme di comportamento. La struttura scolastica era piramidale e
prefigurava quella che in seguito sarebbe stata assunta dallo stato.
L’ordinamento degli studi stabilito dalla ratio studiorum
prevedeva tre corsi successivi:
-il corso umanistico: tra i 10 e i 12 anni, si articolava in
tre anni di grammatica, uno di umanità e uno di retorica;
-triennio filosofico: paragonabile al triennio del liceo
classico;
-quinquennio di teologia: corso paragonabile ad un corso
universitario, era riservato a coloro che volevano entrare a far parte dell’ordine
e prevedeva lo studio di scritture sacre.
LE NOVITA’ DIDATTICHE
Le novità che furono introdotte nella Ratio Studiorum
furono:
-divisione degli alunni in classi in base all’età;
-attenzione alla gradualità dell’insegnamento;
-presenza di un solo docente per classe;
-introduzione di esami di passaggio da un livello a quello
successivo;
-regolamentazione di premi e punizioni;
-obbligo d’uso della lingua latina
-addestramento alla memoria tramite l’uso della ripetizione,
composizione scritta e la discussione pubblica;
-allenamento a superare la timidezza grazie alla
partecipazione a messe in scena teatrali;
-esercizio della pietà e della carità.
ALTRE RATIONES
I SOMASCHI
Si diversificarono dai gesuiti soprattutto per la scelta dei destinatari. Essi infatti provvedevano all'istruzione dei bambini orfani e
poveri e costruirono collegi-convitti nelle città più piccole per rispondere
alle esigenze della media borghesia locale.
GLI SCOLOPI
Si aprirono all'insegnamento dei ceti più alti: a Roma fu
istituito il collegio Nazareno che inizialmente accoglieva 12 alunni ma presto
si aprì agli studenti a pagamento e divenne quindi simile ai seminaria nobilium
dei gesuiti con insegnamenti quali ballo, scherma, equitazione e disegno.
I BARNABITI
Rappresentarono per qualche tempo una congregazione dedita
alla predicazione della parola di Dio. Anche loro elaborarono una ratio per
molti aspetti vicina a quella dei gesuiti ma più vicina alla concretezza e agli
sviluppi tecnico-scientifici e con un totale rifiuto verso le punizioni
corporali.